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Diario di viaggio a tema schizofrenia, allucinazioni, psichiatria, tribunali e soluzioni di recovery.

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LIBRI ED EBOOK

Allucinazioni: sintomi o capacità? Racconti di errori diagnostici, soluzioni, ribellione e libertà (di Maria Quarato)

Un libro chiaro e avvincente. Appena lo inizi a leggere non riesci più a staccarti. Sembra un giallo. Mi ha tenuto sveglio una notte fino all’alba. Può capitare, se hai passato la vita a cercare di decifrare un enigma e trovi qualcuno che abbia individuato una soluzione affascinante.  E’ il racconto del viaggio di una ricercatrice della mente che incontra delle persone, i pensatori dialogici, accompagnandoli nel disvelamento di parti di sé importanti e trascurate, che vogliono parlare con il mondo e con loro stesse. Non tutti coloro che hanno allucinazioni, qui intese come la capacità di attivare e udire le voci, se ne sono fatti un problema e certamente non lo vanno nemmeno a dire in giro, vuoi perché ci sono abituati, vuoi perché lo trovano normale, così come Mozart ad esempio, che pare vedesse colori mentre suonava. Ma questo è oggetto di una prossima opera, che non vedo l’ora di leggere anche io. Un indizio: fate attenzione alle immagini che, come una punteggiatura, accompagnano i vari capitoli del libro. Esse rappresentano un testo nel testo. Sono immagini “parlanti”, prodotto da quegli stessi processi immaginativi di cui si parla nel libro. Parola antica: intenzionalità. Questa ce la teniamo cara perché l’ha introdotta F. Brentano, quando ha inventato la psicologia moderna, e ci piace perché è una chiave molto potente e utile per comprendere la mente. Parole vecchie: allucinazione uditiva, malattia mentale, elettroshock, contenzione farmacologica e fisica, stigma, pericolosità sociale, interdizione, schizofrenia, ospedale psichiatrico…. Un vocabolario terribile che vorremmo cancellare. Perché le parole sono macigni o chiavi, sotterrano la mente sotto il loro peso o la aprono sollevandola dal peso del disorientamento e dalla paura. Ecco le parole nuove: Pensatore dialogico. Buona lettura, vi auguro che dopo questo libro capiti anche a voi di cambiare  paradigma e parole.

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Sentire le voci, manuale di affrontamento (di Cristina Contini)

Questo manuale è stato concepito per proporre efficaci strategie di affrontamento delle voci a chiunque le senta od abbia a che fare con una persona che le sente (uditore di voci). Gli argomenti trattati sono il frutto della mia diretta esperienza e della competenza acquisita in oltre venticinque anni come uditrice di voci. Il termine “affrontamento” potrà risultare desueto e poco comune, ma la radice della parola già racchiude in nuce il progetto e l’intenzione del manuale stesso, ossia il “mettersi di fronte” alle voci, fronteggiarle, affrontarle per gestirle e non dunque per soffocarle e/o metterle a tacere prescindendo dalla comprensione di cosa siano e del perché vengano sentite. Questa seconda edizione, arricchita di esperienze maturate nell’ambito psichiatrico — ma non solo — si rende necessaria poiché quella precedente, pubblicata nel 2010, aveva tutte le caratteristiche di un’opera pionieristica: tanta fu, infatti, la volontà di offrire qualcosa che non esisteva affatto e tanta la foga profusa che, mi son resa conto solo in seguito, era un po’ carente dal punto di vista della forma espositiva e dell’organicità delle informazioni fornite. Di fatto, però, sia i professionisti, per i quali era stato idealmente scritto, sia i familiari e gli uditori che l’hanno utilizzato, ne hanno riscontrato la funzionalità, il che m’induce a riproporlo, auspicando lo troviate ancor più utile e di facile interpretazione. Questa nuova edizione si compone di due parti: la presente, che è più corposa, è indirizzata a operatori e familiari. Un’altra invece è dedicata specificamente agli uditori ed ha la funzione di guida nella strategia di affrontamento, prevalentemente attraverso una serie di esercizi pratici, veloci e mirati. Parallelamente, il mio sito web www.cristinacontini.it, interamente dedicato al sentire le voci, viene continuamente aggiornato: esso è ricco di riferimenti bibliografici, link e contatti.

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La sospensione degli psicofarmaci. Un manuale per i medici prescrittori, i terapeuti, i pazienti e le loro famiglie. (di Peter Breggin)

Il problema della dismissione degli psicofarmaci, oltre naturalmente alla dipendenza psicologica, riguarda lo squilibrio chimico generato dagli psicofarmaci stessi. Peter Breggin spiega che se la dismissione degli psicofarmaci non viene fatta in modo corretto, attraverso piccole riduzioni della dose ad intevalli di tempo abbastanza lunghi, si possono presentare sintomi sia fisici che psicologici. I sintomi psicologici, se non riconosciuti come tali, possono essere confusi con il ritorno del disturbo psicologico o la comparsa di nuovi disturbi. Questi, spesso, vengono quindi trattati con nuovi psicofarmaci, anche a dosi maggiori delle precedenti. Gli psicofarmaci, quando agiscono sul cervello creano uno squilibrio, prima inesistente. A seconda che lo psicofarmaco sia un agonista o un antagonista del neurotrasmettitore endogeno, provoca una down regulation o una up regulation, cioè una diminuzione o un aumento del numero dei recettori. Contemporaneamente vengono modificati il rilascio e il riassorbimento del neurotrasmettitore endogeno, insieme alla modificazione di altri meccanismi di regolazione. Questi cambiamenti avvengono perché il sistema nervoso tende a mantenere il suo equilibrio iniziale (omeostasi), opponendosi ai cambiamenti indotti dallo psicofarmaco. Se lo psicofarmaco viene tolto troppo repentinamente, il cervello si trova improvvisamente in una situazione di squilibrio. Il procedere per piccoli passi, con la riduzione di piccole dosi, intervallate da periodi di tempo sufficientemente lunghi, permette al sistema nervoso di ritornare al suo equilibrio, minimizzando le reazioni di dismissione. Le reazioni di dismissione, come spiega Peter Breggin in PSYCHIATRIC DRUG WITHDRAWAL, possono anche mettere in pericolo la vita, inducendo tra gli altri effetti, reazioni di aggressività, violenza e idee suicidarie. Occorre che in questa delicata fase la persona sia appoggiata da un bravo medico esperto in dismissioni e che la dismissione venga accompagnata da una buona psicoterapia per risolvere i problemi che avevano fatto intraprendere il trattamento farmacologico. Al momento attuale i medici e psichiatri esperti in dismissione degli psicofarmaci sono pochissimi e occorre che essi si informino e si specializzino in questo campo. È importante che ciò avvenga in quanto il trattamento a lungo termine con psicofarmaci porta alla cronicizzazione dei sintomi e può portare ad effetti collaterali anche pesanti e irreversibili (discinesia e acatisia tardive, diabete, sindrome neurolettica maligna….ecc.) come nel caso dell’uso degli antipsicotici. L’uso degli psicofarmaci, se non evitabile, andrebbe limitato alla gestione dei momenti di acuzie, come spiegato da Robert Whitaker nel libro INDAGINE SU UN’EPIDEMIA.

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Indagine su un’epidemia. Lo straordinario aumento delle disabilità psichiatriche nell’epoca del boom degli psicofarmaci (di Robert Whitaker)

Se quello che ci è stato raccontato finora è vero, cioè che la psichiatria ha effettivamente fatto grandi progressi nell’identificare le cause biologiche dei disturbi mentali e nello sviluppare trattamenti efficaci per queste patologie allora possiamo con concludere che il rimodellamento delle nostre convinzioni sociali promosso dalla psichiatria è stato positivo… Ma se scopriremo che la storia è diversa – che le cause biologiche dei disturbi mentali sono ancora lontane dall’essere scoperte e che gli psicofarmaci stanno, di fatto, alimentando questa epidemia di gravi disabilità psichiatriche – cosa potremo dire di aver fatto? Avremo documentato una storia che dimostra quanto la nostra società sia stata ingannata e, forse, tradita.

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Percorsi e fantasie dell’anima della mente e del cuore: raccolta di poesie (di Natale Adornetto)

I temi trattati sono quelli dell’amore, della fantasia e della realtà, della natura, delle ragioni del cuore, dei desideri dell’anima, dell’immaginazione che vuole concretizzarsi, delle sensazioni che si sentono e che si provano. Per rilassarsi, allietare la mente, il cuore e l’anima e staccare un po’ la spina dal quotidiano. Per volare con la mente. I nutrimenti emotivi e mentali sono parimenti importanti e fondamentali quanto il nutrimento dato dai cibi e dall’acqua. E le conseguenze del mancato nutrimento, di un nutrimento carente o inadeguato, o di un nutrimento tossico e inquinato dell’emotività e del mentale, sono le stesse di quelle del nutrimento fisico. Non meno importanti, sono i nutrimenti dello spirito, del cuore e dell’anima. “…E divengo pure io fiore appena sbocciato…”. Natale Adornetto è uno psicologo che nel corso degli anni, oltre ad altre attività, ha scritto anche delle poesie.

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Concetti, ruoli, sviluppi e funzioni delle pulsioni sessuali, dell’Io, di vita, Eros, e di morte, Thanatos. (di Natale Adornetto)

“E ora c’è da aspettarsi che l’altra delle due “potenze celesti”, l’Eros eterno, farà uno sforzo per affermarsi nella lotta con il suo avversario parimenti immortale. Ma chi può prevedere se avrà successo e quale sarà l’esito?” (Sigmund Freud, padre e creatore della psicoanalisi). Libro sulle pulsioni psicoanalitiche con tantissime nozioni, anche psicologiche, di concreta utilità. Fra le tante altre cose, viene descritto lo sviluppo psicosessuale dei bambini e delle bambine, su cosa si basa e come viene inconsciamente fatta la scelta del/la partner, da dove hanno origine i modi con cui ci si relaziona con le altre persone e col mondo sociale. Si parlerà del narcisismo, del complesso edipico, della libido (l’energia sessuale), della coazione a ripetere, della rimozione, di ambivalenza affettiva, etc. Una guida e un vademecum completo su quelle che sono le basi della psicoanalisi e i suoi concetti fondamentali. Questo e altro ancora. Natale Adornetto è uno psicologo che dal 1997 fa divulgazione sugli interventi (psicofarmaci, tso, etc.), sui risultati iatrogeni e sulle conseguenze (stigma, debilitazione, etc.) nel campo della salute mentale e sulle persone da parte della psichiatria. Abstract dal libro: – “Freud chiama la libido che si manifesta come pulsione sessuale libido oggettuale (Objektlibido), mentre definisce libido dell’Io (Ich-libido) la libido delle pulsioni dell’Io. E per meglio definire la differenza fra i due tipi di libido, ricorre all’immagine della massa protoplasmatica dell’ameba. L’ameba influisce sul mondo esterno tramite dei peduncoli che vengono chiamati pseudopodi – perché si formano e poi scompaiono nel protoplasma indifferenziato. La libido è paragonabile all’ameba, si può infatti proiettare verso l’esterno come libido oggettuale o rimanere racchiusa come libido dell’Io”. – “Abbiamo visto che nel comportamento maschile e femminile dell’infanzia vi sono delle differenze, le quali possono essere considerate dal punto di vista dell’attività e della passività, l’uomo cioè tende a cercare un oggetto da amare mentre la donna ricerca un oggetto da cui farsi amare. Questa diversità non deve però essere intesa in senso assoluto ma come tendenza predominante, anche l’uomo ha infatti bisogno di essere amato e la donna ha il bisogno di amare. Nella donna il bisogno preponderante di essere amata deriva dall’elemento narcisistico della libido, la quale viene appagata dall’essere amata. Nella donna il desiderio di apparire e la cura della propria persona sono più accentuati rispetto all’uomo e sono collegati col narcisismo”. I concetti e le teorie di Sigmund Freud e della psicoanalisi non sono obsoleti e superati, sono attuali, e descrivono stati e moti dell’animo umano e situazioni esistenti. E si apprende e comprende tanto.

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